Loading ...

30 marzo 2022 | Riflessioni manageriali

Come è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire…le transumanze della mia vita

Copertina_brunetti.png

E vanno pel tratturo antico al piano, 
quasi per un erbal fiume silente 
(“I pastori” G. D’Annunzio – 1903)
 

 

Scarica il PDF

Per i miei genitori era fatica, sacrificio, ma anche responsabilità e amore. La transumanza che si ripeteva ogni anno, sempre la stessa ma sempre diversa, su per i monti della Sila per dare cibo e refrigerio alle nostre mucche podoliche. Gli alpeggi non offrivano alloggi comodi; le baite di pietra proteggevano sommariamente dal freddo, il cibo era semplice e frugale. Per noi bambini era gioco, lavoro, libertà; era il vento che la notte fischiava tra i pini, la conta delle stelle, l’ululato del lupo in lontananza, le corse a perdifiato su e giù per il monte a riportare gli animali che si erano allontanati. In quell’ambiente aspro si consolidavano rapporti di amicizia indistruttibili, si imparava il valore della solidarietà ed il gusto della condivisione di esperienze ed affetti. E quando alle prime nebbie si scendeva a valle per tornare alla nostra casa ed alle nostre stalle, eravamo bambini diversi, sempre più consapevoli di cosa volesse significare davvero la transumanza, la ricerca di nuovi territori per dare ristoro e futuro ad un tutt’uno di persone ed animali, senza differenze.

Nei tanti anni di quella “Summer School” ho maturato la intraprendenza che mi ha portato a lasciare la mia famiglia, ancora adolescente, per l’agonismo sportivo che mi ha accompagnato fino dopo la laurea. La pallavolo: allenamenti molto intensi, il rispetto delle regole, la responsabilità di giocare in una squadra, le amicizie che durano una vita. E poi ancora su e giù per l’Italia, ancora “transumanze”, ancora gioia, allegria, fatica e dovere. Non avevo più le stelle da contare e neppure la compagnia del lupo della Sila, ma nuove emozioni più intense e più mature che mi porterò dietro per sempre: una vittoria al “tie break” contro i primi in classifica, gli applausi dei tifosi anche quando non è andata bene, i complimenti delle altre compagne per un “primo set” vincente.

E poi ci sono state le tante altre “transumanze" professionali con nuovi territori da esplorare, conoscenze da aggiungere, competenze da acquisire, imprese da gestire nel settore privato e in quello pubblico. Sempre in un continuo gioco di squadra senza più gli applausi dei tifosi, ma quasi sempre con la gioia di condividere collettivamente una vittoria scambiandoci “il cinque” e il sorriso degli occhi. Come sui monti della Sila, anche in queste esperienze la pioggia e il freddo talora hanno prevalso costringendo a ricercare un riparo non sempre adeguato. E non c’era più la mamma con il suo abbraccio consolatore quando finalmente si tornava a casa, ma sempre la certezza che i grilli sarebbero tornati con il loro canto bellissimo.

Oggi c’è il mio lavoro di HR Director nel quale ogni giorno ho la possibilità e la fortuna di trasferire quei valori ed esperienze di straordinaria intensità che sono parte fondamentale della mia cultura professionale e che accompagnano il mio agire il ruolo ogni giorno. Si tratta di valori che sono presenti nelle pratiche quotidiane della direzione e gestione del personale.

La “transumanza”, questa pratica antica seppure ancora attuale, è la metafora che può certamente caratterizzare il mondo delle risorse umane nei suoi tratti essenziali e con i suoi solidi valori: il benessere come condizione per raggiungere risultati eccellenti, il rispetto di ciò che ognuno è, il coraggio della ripetitività se necessaria per raggiungere i traguardi. Il tutto guidato dalla ricerca continua del bello e del ben fatto. 

Andare per alpeggi, dunque, per dare benessere a sé e agli altri, con tanta gioia e fatica vera, senza mai dimenticare “…come è difficile trovare l’alba dentro l’imbrunire” (F. Battiato – Prospettiva Nevski). 


di Maria Rosaria Brunetti - Direttore Risorse Umane, Organizzazione e People Development Gruppo CAP

loading

Loading ...