“Lo stato d’animo come indelebile immagine”

Ho conosciuto Stefania durante i lavori di preparazione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. È una importante artista che si esprime con tecniche espressive diverse: dalla pittura, alla scultura, alle incisioni e alla progettazione di gioielli. Stefania qualifica il suo lavoro artistico con il richiamo ad un neologismo: “Artépore®” (il suffisso pore, poréia, significa in greco antico cammino, marcia, percorso). Con lei ho iniziato proprio da qui la mia chiacchierata, cercando di approfondire il contributo che l’arte può dare per migliorare la condizione femminile e anche la crisi generazionale dei nostri tempi.
Ringrazio Stefania per la sua disponibilità e gentilezza.

Stefania perché hai usato questa parola “Artépore®” per connotare la tua poliedrica produzione artistica? Non temi di essere poco compresa dal grande pubblico al quale ti rivolgi, soprattutto dalle donne che guardano con molto interesse al messaggio che esprimi con la pittura?
È una storia un po’ particolare e forse anche un po’ illogica, però così è stato e così te la racconto.
Eravamo agli inizi degli anni 2000 e la mia produzione artistica cominciava ad essere poliedrica così quando qualcuno mi chiedeva “che cosa fai?” il continuare a ripetere: pittura, scultura, incisione e gioielli… mi pesava un po’. Ho cercato di coniare una parola che connotasse tutta la mia produzione pensando di semplificarmi la vita. Ho fatto una ricerca particolare e ho scelto questa parola perché mi suonava bene; ho fatto fare poi una ricerca per sapere se questo termine potesse essere poco opportuno in altri linguaggi. In greco antico, tra gli altri significati, vi è anche quello di “percorso” e proprio sul percorso è sempre stato imperniato tutto il mio lavoro. Allora ho scelto questa parola senza pensare che il suo significato potesse essere poco chiaro per chi ascoltava…. Quindi spesso devo dare spiegazioni, così piuttosto che semplificarmi la vita me la sono un po’ complicata… Però mi suonava così bene che ho pensato di tenerla e ho continuato a brevettarla nel tempo (sono arrivata ormai al terzo brevetto). Sono certa che a questo punto qualcuno si ricorderà delle mie Artépore® in generale e non soltanto per una parte delle mie creazioni.

Il manifesto milanese della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne riprende una serie di tuoi quadri che trasfigurano i volti di donna di Modigliani… quello dei colli lunghi “che collegano il cervello al cuore” come amano interpretare alcuni importanti critici. Perché hai scelto di lavorare su opere che in fondo esaltano la donna, la sua bellezza, il suo fascino?
Non volevo in assoluto che questa “celebrazione” contro la violenza sulla donna venisse raccontata da me con immagini cruente, volevo creare una suggestione e qualcosa che facesse pensare.
Perché ho scelto le donne di Modigliani mi chiedi?
Perché secondo me sono donne invulnerabili, sono fiere e attonite nello stesso tempo e soprattutto inconsapevoli del pericolo che incombe attorno a loro. Modigliani raccontando e ritraendo queste donne diceva che la assenza di pupille nei loro occhi era dovuta al fatto che lui non le conosceva abbastanza per ritrarre anche quella che, per lui, era lo specchio della loro anima. Condivido il suo pensiero, ma è anche vero che senza le pupille l’espressione delle “sue” donne diventa particolarmente interessante.
Ecco perché le ho scelte.
Ho aggiunto poi mani aggressive, livide di rabbia, minacciose; quindi mani che non hanno già indotto una tragedia, ma che suggeriscono una tragedia incombente. Tutto questo semplicemente perché adoro sperare, quando racconto, che le persone guardando e leggendo le mie opere abbiano il tempo di riflettere e di elaborare un pensiero tutto loro. Se simile al mio bene, altrimenti è sufficiente, per me, che l’umanità pensi…

Spesso hai realizzato opere che richiamano il mondo femminile, compresa la frivolezza felicemente interpretata nei tuoi bellissimi gioielli. Tu pensi che l’arte possa aiutare a migliorare la condizione femminile? Non mi riferisco solo al tuo lavoro, ma all’arte visiva in generale.
La stessa riflessione credo valga per un altro grande problema di questo nostro tempo: la assenza dei giovani nella critica sociale. In altri momenti il mondo giovanile è stato protagonista della crescita sociale mentre oggi spesso prevale l’assenza. E cosa può fare l’arte per superare questa crisi generazionale?
L’amore per l’arte, l’amore per il bello non può che produrre, a mio parere, sentimenti buoni. In questo sono pienamente d’accordo con l’arte classica greca.
Spero, durante la mia vita artistica, di aver sempre prodotto opere di ampio respiro, creazioni che possano in qualche modo indurre al bello e al buono sia nelle nostre generazioni, che in quelle future.
Aggiungo però un’altra considerazione cui tengo molto: oltre ad ispirare sentimenti positivi, vorrei che le mie opere dessero alle donne e ai giovani il coraggio e la determinazione per concretizzare le positività…
Infine, credo interessi a molte donne conoscere le ragioni che ti hanno portata nel mondo degli artisti a conquistare un posto molto importante. Poco più che ventenne hai fatto mostre personali in Italia ed all’estero dove hai riscosso subito molto successo. Non sono cose normali per una donna – artista. Quali ostacoli hai dovuto superare per affermare la tua “vocazione” in anni (tra l’altro) di grandi trasformazioni sociali?
Per una donna artista gli ostacoli da superare sono veramente tanti; per me è sempre stato necessario creare, ho sempre voluto cimentarmi con cose nuove e dopo aver creato qualcosa che soddisfa ci si sente bene.
Ma c’è anche il retro della medaglia. Quando non riesci ad avere il tempo per dedicarti a queste cose, è come se tu avessi una specie di piccolo drago che ha voglia di buttar fuori tutto il fuoco che hai dentro e non può farlo. Quindi, automaticamente, quel “fuoco dentro” tende ad autodistruggerti.
E allora cerchi in tutti i modi di superare gli ostacoli e vai avanti, e continui a creare anche se, come succede spesso, tante delle tue creazioni non saranno apprezzate o magari saranno molto apprezzate ma resteranno invendute.
Ci saranno sempre molti ostacoli anche perché viviamo in un mondo artistico che, ancora oggi, è governato soprattutto da uomini.
In ogni caso io continuo a produrre arte cercando si suggerire bellezza e positività.
Grazie Maria Rosaria per l’opportunità che mi hai offerto: ho potuto così esprimere il mio pensiero.
di Maria Rosaria Brunetti
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